Dalle ginestre calabresi nasce un tessuto a impatto zero
È stato depositato in Calabria il primo brevetto che consente di ricavare dalle ginestre tessuti a impatto zero. A metterlo a punto un team di ricercatori guidato dal professor Giuseppe Chidichimo del Dipartimento di chimica e tecnologie chimiche dell’università Unical. La ginestra è una pianta molto diffusa in Calabria e molto utile nella tutela dell’habitat naturale. La sua coltivazione non richiede l’impiego di insetticidi ed anticrittogamici. Non ha bisogno di terreni irrigati, ma cresce in zone anche piuttosto aride. Il brevetto messo a punto dall’equipe calabrese consente un processo di estrazione di fibre cellulosiche dalla pianta della ginestra, utilizzando solo la macerazione nell’acqua in tempi ridotti. Si basa su una preliminare disidratazione del vegetale seguita da una reidratazione fatta con piccole quantità di acqua a riciclo. Durante il processo non vengono impiegati reagenti chimici, neanche la soda che veniva usata precedentemente e che genera residui onerosi da smaltire. Il procedimento brevettato non ha alcun impatto ambientale. Le piante di ginestra oltre a fornire la fibra utile per tessere i tessuti possono essere sfruttate anche nella loro componente legnosa per usi energetici. Il prossimo passo dei ricercatori è trasferire i risultati di questo lavoro alle aziende, attivando una filiera che coinvolga i produttori agricoli, i produttori di impianti, i filatoi. Lo scorso novembre la nota casa di moda Fendi ha esposto nella mostra “Hand in Hand” a Roma la sua borsa baguette realizzata con la pianta calabrese.
Fonte: greenandblu.it