Dagli scarti del whisky si ricava bioetanolo

Il whisky rappresenta solo il 10% di ciò che esce da una distilleria, il restante 90% sono sottoprodotti organici, molto costosi da smaltire. La produzione del whisky prevede tre semplici ingredienti naturali: orzo, lievito e acqua. L’acqua viene utilizzata per estrarre lo zucchero dall’orzo, il lievito per far fermentare l’acqua zuccherina e trasformarla in alcol, e infine in whisky. L’Azienda biotecnologica Celtic Renewables, con sede a Edimburgo, in Scozia, ha trovato un modo innovativo per creare un biocarburante per auto a bassa emissione di carbonio. Lo fa riciclando i sottoprodotti della produzione di whisky: la birra alla spina e la pot ale. Questi residui vengono prodotti in grandi volumi e il loro smaltimento può essere molto costoso. Grazie ad un innovativo processo chimico vengono combinate queste due materie prime di basso valore per crearne una nuova, dalla quale si possono estrarre prodotti di alto valore energetico e a basse emissioni di carbonio. Le sostanze estratte sono l’acetone, usato nella cosmesi, il butanolo, sfruttato nell’industria chimica e alimentare, e l’etanolo, un ottimo biocarburante per automobili. La buona notizia è che questa tecnologia può essere applicata a qualsiasi produzione industriale che produce rifiuti organici, contribuendo a generare un’economia circolare di portata globale.

Fonte: greenme.it