Con pannelli solari verticali bifacciali i campi producono energia e cibo

In un periodo di crisi energetica da fonti fossili è necessario affidarsi sempre di più alle rinnovabili. Le nuove tecnologie in ambito fotovoltaico stanno cambiando in modo tangibile la relazione con l’ambiente. Per una vita, l’impianto solare standard è stato quello con pannelli rivolti a sud e inclinati con un angolo compreso tra 20 e 35 gradi. Una disposizione che garantisce la massima produzione di energia possibile durante le ore centrali della giornata, soprattutto in estate, aumentando però la necessità di sistemi di accumulo a batteria che compensino le fluttuazioni della domanda. L’inclinazione dei pannelli ha reso spesso incompatibile la loro coabitazione con le coltivazioni agricole. Grandi impianti di questo tipo sottraggono alla coltivazioni enormi porzioni di terreno coltivabile. Secondo un gruppo di ricerca di Lipsia esiste però un approccio diverso alla diffusione del fotovoltaico, che non richiede batterie di accumulo ed è compatibile con le coltivazioni. Si tratta di pannelli solari verticali e bifacciali, installati con orientamento est-ovest, che utilizzano l’energia solare da entrambi i lati. Essi generano la maggior parte dell’elettricità al mattino e alla sera. Ciò ridurrebbe la necessità di stoccaggio di elettricità e allo stesso tempo minimizzerebbe la quantità di terreno necessaria per gli impianti.

Fonte: rinnovabili.it