A Mestre l’ipermercato dove i poveri fanno la spesa gratis
E’ stato inaugurato a Mestre un punto vendita di oltre 3mila metri quadrati rivolto alle famiglie bisognose. Il gigantesco ipermercato, intitolato a Papa Francesco, è stato costruito in appena tre anni, con un budget di tre milioni di euro, raggiunto grazie al contributo di migliaia di cittadini della zona, della Fondazione Carpinetum e dell’associazione Il Prossimo. L’ipermercato è diviso in tre aree in base alle categorie merceologiche: abbigliamento maschile e femminile, mobili e arredamento per la casa, alimentari. I prodotti che vengono offerti provengono tutti da donazioni e da recuperi gratuiti. I vestiti arrivano dalle singole famiglie che svuotano gli armadi al momento del cambio di guardaroba oppure dalle donazioni di grandi marchi della distribuzione come Coin. I mobili vengono donati a seguito di ristrutturazioni di case, alberghi e ristoranti. Il cibo viene fornito all’ipermercato di Mestre dal Banco alimentare, che recupera le eccedenze dei grandi magazzini destinate allo smaltimento: confezioni ammaccate, prodotti prossimi alla scadenza, cibi lasciati dai clienti attraverso il meccanismo della spesa sospesa. I clienti abituali dell’ipermercato Papa Francesco sono disoccupati, immigrati, anziani, famiglie povere, ma anche chi si trova in situazioni di momentanea difficoltà e precarietà. Chiunque può accedere alla struttura, ma soltanto chi può permetterselo paga l’importo richiesto o lascia un’offerta. Il settore alimentare è riservato alle famiglie bisognose segnalate dalle parrocchie e dai servizi sociali. Esse possono prendere gratuitamente quanto occorre per il loro sostentamento. Negli altri settori tutti possono prendere qualcosa, e a chi può permetterselo si chiede un piccolo contributo in base alle possibilità, anche soltanto 1 euro, per partecipare, almeno simbolicamente, alle spese della struttura, dove lavorano tre dipendenti fissi. L’ipermercato è un vero emporio della solidarietà, che offre aiuto a tutte le persone in difficoltà, indipendentemente dalla fede e dalla cittadinanza, grazie al contributo e alla generosità di chi può permetterselo.
Fonte: nonsprecare.it